Inaugurata ai piedi del Monte Bianco nei primi mesi del 2016, Biosphera 2.0 fa ancora parlare di se alla fiera Klimahouse 2017. Biosphera 2.0 è un modulo itinerante che si è spostato dalle fredde pendici del Monte Bianco, a Courmayeur, al clima estivo delle spiagge di Rimini.
Biosphera 2.0 è un progetto di ricerca e sviluppo unico al mondo dove prestazioni energetiche e tecnologie d’involucro si confrontano con il comportamento degli utenti, monitorati costantemente attraverso l’uso combinato di “tecnologie indossabili”, start-up e social network. Nato da un concorso bandito dal gruppo Woodlab del Politecnico di Torino che ha coinvolto 100 studenti di architettura e ingegneria proveniente da tutta Italia, Biosphera 2.0 è la nuova versione della machine-à-habiter immaginata da Le Corbusier. Rivestita di pannelli intagliati che sembrano riprendere le cime sfaccettate del massiccio alpino, la casa sperimentale ha subìto il fascino dell’Uomo Vitruviano di Leonardo da Vinci, proposto come simbolo di un cambiamento culturale.
Biosphera 2.0 è un esperimento condiviso sul web, una ricerca olistica che unisce esperienza dell’utente e sistema, un esempio costruttivo che applica le più moderne tecnologie presenti in edilizia. Biosphera 2.0 è il primo modulo al mondo costruito seguendo i protocolli standard per edifici passivi Passivhaus e Minergie-P. I sensori all’interno dell’edificio hanno lo scopo di raccogliere i dati di 25 parametri legati all’involucro edilizio, quali temperatura, umidità, qualità dell’aria, campi magnetici ma anche polveri sottili e qualità dell’aria interna, specialmente quando il modulo sarà soggetto a condizioni ambientali con possibile inquinamento atmosferico. Ma non solo. I 24 abitanti volontari hanno avuto in dotazione un braccialetto sviluppato dalla start up americana Empatica, che ha raccolto dati sulle loro condizioni fisiche e fisiologiche, dalla frequenza cardiaca alla temperatura superficiale del corpo, passando per il loro stato emotivo.
Biosphera 2.0 è un modo mostrare al mondo le possibilità di una casa energeticamente efficiente, intesa come risparmio per il consumatore e maggior rispetto per l’ambiente che ci circonda.
Fonte: domusweb
Foto di copertina: In copertura, 2,5 kW di impianto fotovoltaico provvedono all’alimentazione completa di tutti i dispositivi elettrici della casa. Inoltre, la dotazione impiantistica prevede un serbatoio da 150 litri che garantisce acqua calda sanitaria “scaldata dal sole”, un piccolo condizionatore da 1250 W e impianti di ricambio d’aria con scambiatore di calore. E quando il sole manca, 10 kWh di scorta sono immagazzinati in una batteria di ultima generazione, calcolata per una resistenza senza alimentazione solare di circa 15 giorni. (domusweb)
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