Il recente piano casa ha abbassato l’aliquota della cedolare secca dal 15% al 10% per i contratti a canone concordato 3+2 stipulati nei comuni ad alta densità abitativa purché rispettino gli accordi territoriali tra sindacati degli inquilini e proprietari. I canoni devono essere inferiori a quelli di mercato e compresi tra la fascia minima e quella massima stabilita ( la riduzione dell’aliquota rischia però di essere una “beffa” nelle città con accordi vecchi).
Per i contratti a canone di mercato, la cedolare resta al 21%, per passare al 10% il proprietario deve chiudere il contratto libero (presentando la risoluzione alle entrate al costo di 67 euro) e poi stipularne uno nuovo a canone concordato.
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