Maestro dopo maestro, artista dopo artista, il MUDEC si riconferma quest’anno uno dei musei più attivi della città. Dopo l’enorme successo riscosso con Banksy, l’offerta artistica del Mudec con esibizioni volte a raccogliere il favore sia di un pubblico adulto sia di millennial. Dal 1 maggio scorso, il MUDEC ha presentato la mostra su una delle figure più importanti del ventesimo secolo, Roy Lichtenstein.
Sofisticata, riconoscibile e assolutamente pop, la mostra su Lichtenstein è stata curata da Gianni Mercurio e promossa dal Comune di Milano-Cultura e da 24 ORE cultura. In mostra sono presenti circa 100 opere del grande maestro americano: print anche di grande formato, sculture, arazzi, video e fotografie provenienti da prestigiosi musei, istituzioni e collezioni private.
Lichtenstein è riuscito e riesce tutt’oggi ad affascinare, a trasportare l’osservatore contemporaneo in suggestive generazioni creative che vanno fin dai primi anni eroici della pop art alla pittura, passando per la pubblicità, la fotografia, il design e la moda.
La mostra è organizzata seguendo un percorso tematico, che sviluppa ed evidenzia i temi ed i generi dell’arte di Lichtenstein per analizzare come gli elementi di diverse culture siano confluite nel lavoro di decostruzione e ricostruzione dell’immagine tanto caro all’artista. Alla base di tutto, c’è la fascinazione per la “forma stampata”, ovvero la riproduzione meccanica come fonte di ispirazione e che nella sua pittura viene attuata seguendo un processo inverso. Si parte da una copia che viene trasformata in un originale. La mostra fa l’opposto; partendo da un’idea originale si arriva a una copia moltiplicata.
La mostra rimarrà aperta fino al prossimo 8 settembre.Foto: alcune delle opere presenti in mostra. In copertina uno dei suoi più famosi lavori, “Crying Girl”
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