Il Bonus prima casa 2020 è un’agevolazione messa a disposizione dallo Stato che ogni anno permette ai soggetti in possesso di tutti i requisiti di accedere ad una riduzione delle imposte d’acquisto per la compravendita di prime case. Negli anni precedenti, il bonus ha previsto una riduzione dei costi dovuti all’imposta di registro, che ha visto la tassa passare dal 9% al 3% nel caso in cui il venditore fosse un privato oppure un’impresa con vendita in esenzione Iva. A questo si aggiungeva anche una riduzione sull’imposta del valore aggiunto, che si riduce di 6 punti percentuali, nel caso in cui il venditore fosse un’impresa soggetta ad Iva.
Il decreto Liquidità e la sospensione degli adempimenti fino al 1 gennaio 2021
A causa del Coronavirus, per evitare il decadimento del beneficio “prima casa”, il governo ha deciso di includere all’interno del decreto Liquidità una norma che regolamenta la sospensione, nel periodo compreso tra il 23 febbraio 2020 e il 31 dicembre 2020, dei termini di consegna delle domande. In particolare, i termini oggetto di sospensione del bonus includono:
- Imposta di registro e credito d’imposta per il riacquisto della prima casa;
- Trasferimento della residenza nel comune in cui si trova l’abitazione entro e non oltre 18 mesi dall’acquisto della prima casa;
- Sospensione dei 5 anni entro cui è possibile “girare” i benefici del bonus su un altro immobile da destinare a prima casa;
- Termine di un anno entro il quale il contribuente che abbia acquistato un immobile come prima casa deve procedere alla vendita dell’abitazione ancora in suo possesso, purché quest’ultima sia stata, a sua volta, acquistata usufruendo dei benefici “prima casa” messi a disposizione dal bonus;
- Sospensione fino a gennaio 2021 anche per tutti coloro che hanno fruito del credito d’imposta legato al bonus prima casa e che abbiano intenzione di acquistare una nuova abitazione da adibire a prima casa. In questo caso l’annualità richiesta è bloccata fino al prossimo anno.
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