Paragon 700 Boutique Hotel & Spa è il nuovo nome dello storico palazzo di Ostuni, la città bianca della Puglia. Conosciuto in città come Palazzo Rosso, la dimora storica rinasce dopo più di 40 anni di abbandono. E lo fa con stile; il lungo cantiere seguito dal duo Pascale Lauber e Ulrike Bauschke, autrici del progetto, ha permesso al Palazzo di diventare un luxury boutique hotel da mille e una notte.
Le operazioni di ristrutturazione del palazzo hanno dato vita a 11 stanze, un bar, una SPA e un ristorante guidato dallo chef Giovanni Cerroni, allievo dello chef stellato Paulo Airadudo. Lo stile eclettico delle stanze, fatto di accostamenti inaspettati e soprammobili provenienti da tutto il Mondo. Bracieri africani trasformati in vasche, lampadari Tailandesi, armadi e comodini recuperati in mercatini d’antiquariato in giro per l’Italia.
Durante il restauro, la restauratrice Maria Buongiorno ha scoperto molteplici affreschi ed elementi che hanno portato a datare le prime parti dell’edificio al 700. I lavori hanno portato alla luce anche una porta di legno con spioncini tipici dei chiostri del 1600, suggerendo un periodo di attività e residenza religiosa all’interno del palazzo.
Il Paragon 700 si trova a due passi dal centro di Ostuni. Il Palazzo, molto importante per la città, è stata la residenza del primo sindaco di Ostuni e nei suoi più di due secoli di vita ha cambiato numerose destinazioni d’uso. Inizialmente di proprietà della famiglia Tanzarella, il palazzo è sempre stato al centro della vita pubblica e sociale del paese, ospitando anche mostre d’arte e diventando, nel 1971, un liceo scientifico. Subito a seguire il palazzo divenne una casera dei Carabinieri e della Guardia di Finanza, per poi subito cadere in disuso e rimanere dormiente fino ad oggi. Sono state proprio le due imprenditrici Lauber e Bauschke ad innamorarsene e a farlo diventare quel che è oggi.
Il Palazzo gode anche della presenza di un giardino, il più grande di Ostuni, e di una SPA ricavata dalla vecchia cisterna del palazzo, sita a 7 metri sotto il piano terra. Le due imprenditrici hanno anche attivato sistemi e strategie per il risparmio energetico, di fatto traducendolo in una “green hospitality”.
Scrivi un commento