SoHo House: la storia Correva l’anno 1995 e l’esperto di marketing per hospitality Nick Jones, veterano nel campo dei ristoranti, fonda la prima Soho House nell’omonimo quartiere londinese. Una casa per creativi, attori, professionisti nel campo della moda, dell’arte e del design. Un club ambitissimo, nel quale è piuttosto complicato iscriversi. Un hub contemporaneo dagli arredi sofisticati. L’House si trasforma in poco tempo nel “place to be”, diventando un format da realizzare in ambito globale, da Mykonos al Texas, passando per Parigi e Roma.
Ancora non si sa quando aprirà i battenti a Milano, ma ad oggi si sa che la scelta della location è ricaduta sull’edificio dell’ex Cinema Arti, un elegante palazzo storico ristrutturato che fonde il fascino dell’architettura milanese a un design moderno e sofisticato. La House occuperà ben 6 piani del palazzo anni Trenta. Gli interni, curati nei minimi dettagli, offriranno spazi accoglienti ed esclusivi per i soci, perfetti per incontri di lavoro, eventi o semplici momenti di relax, tra un rooftop, una piscina, una palestra e oltre 50 camere da letto.
Attenzione a parte merita, poi, il progetto Cities Without Houses, attivo in 85 città del mondo, dedicato ai creativi che operano in un centro sprovvisto di una Soho House. L’intento è quello di offrire gli stessi vantaggi dei soci che sottoscrivono un abbonamento full house, ovvero l’accesso a tutte le Case del globo a tariffe speciali per il soggiorno e la ristorazione, nonché la partecipazione a eventi esclusivi. La versione meneghina, Cities Without Houses Milano, è attiva da circa 8 anni e riunisce i creativi attraverso esperienze uniche in città e nel mondo. Come gli eventi in occasione dell’Art Basel Svizzera, o il Frieze Seoul e il VIVID Sidney Harbour Sail. L’accesso ai membri del Cities Without Houses è garantito in 43 House, compresa la prima struttura italiana (quella romana). Un ambiente unico, dove le idee fluiscono liberamente e dove incontrare persone con interessi e passioni comuni.
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