Ancora in costruzione, il nuovo centro di Amazon a Seattle fa già parlare di sé. Tre sfere di cristallo e acciaio danno vita al nuovo centro servizi del colosso statunitense, entro le quali saranno distribuiti uffici, sale meeting, spazi comuni e tante, tante piante autoctone e non. Infatti, le tre sfere, di cui la più grande misura ben 40 metri di diametro per 27 metri di altezza, conterranno ben 400 essenze floreali e arbustive, che alterneranno spazi pubblici a sale meeting pensate come case sull’albero, ruscelli e cascate e una grande sala conferenze disegnata come fosse un nido per uccelli. Tutto settato alla temperatura di circa 22 gradi. Si, anche la temperatura è predisposta per bilanciare i carichi energetici e provvedere al comfort termico degli 800 impiegati che animeranno il complesso. Il centro Amazon di Seattle, che costituirà per certo un luogo felice entro cui stare anche solo per la situazione climatica del luogo, che conta ben 152 giorni di pioggia l’anno, fa del design biofilico una mission, per migliorare le condizioni dei propri lavoratori da un lato, per evidenziare lo sforzo dell’azienda relativamente alle tematiche energetiche dall’altro. E non finisce qui. Sembra che Amazon donerà una parte dei circa 47000 metri quadrati alle persone senza fissa dimora. L’azienda collaborerà infatti con l’associazione locale nonprofit Mary’s Place per creare 65 stanze che potranno ospitare fino a 200 senzatetto per notte.
Con questo progetto visionario l’architettura delle grandi imprese fa un passo da gigante e promette nuovi orizzonti per le grandi metropoli di domani. Contando il Denny Triangle, ovvero il nuovo centro in costruzione, Amazon occuperà circa il 15% della città di Seattle. Ecco qualche numero: 3,3 milioni di piedi quadrati di superficie costruita, tre edifici alti da 38 piani ciascuno, due edifici di media altezza e un centro conferenze da 1800 persone. Piuttosto che realizzare una sorta di campus, come sta succedendo per Apple nella Silicon Valley, Amazon punta alla realizzazione di un vero e proprio quartiere abbracciato dalla città che lo ospita.
Foto: in copertina, rendering del progetto. Sotto, due fotografie dell’edificio in costruzione. La struttura metallica, simile ad una geometria di riempimento che induce a pensare impropriamente al diagramma di Voronoi, e la facciata di vetro che lo riveste, discretizzata in triangoli e moduli quadrilateri.
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