In Brianza, in una proprietà privata che si estende per 2000 mq, l’architetto Michele Perlini ha recentemente realizzato una villa monofamiliare dotata di maneggio privato e contornata da boschi. Il progetto, che ha una metratura di 390 mq fuori terra, si sviluppa su due livelli e si distingue oltre che per la pulizia degli spazi e l’ordine minimale ottenuto grazie ai materiali naturali usati, anche per la particolare forma ad L che favorisce la suddivisione degli spazi interni.
Lo studio Perlini, che si fa portavoce dei principi di architettura sostenibile, ha dato grande rilevanza non solo ai materiali usati, rigorosamente eco-friendly, come il legno che si ripete sia internamente che esternamente, ma ha studiato con particolare attenzione anche l’orientamento della struttura per poter godere della luce e del calore solare e garantire un miglior risparmio energetico. La zona living, così come tutte le camere da letto, sono dotate di ampie finestre che permettono agli interni di fondersi con il giardino circostante e godere di una vista verso le alberature del giardino dando un senso di continuità degli spazi.
Il legno, elemento ricorrente di questo progetto, viene audacemente utilizzato nelle facciate esterne per adeguare la struttura con l’ambiente di campagna circostante e come elemento di design minimale. Le doghe di larice austriaco fungono da rivestimento orizzontale e compongono i frame verticali che separano le superfici trasparenti, mentre le partizioni verticali in legno sono caratterizzate da un isolamento in fibra di legno di 20 cm di spessore, con all’interno pannelli in fibrogesso a chiusura del vano porta impianti.
Lo studio paesaggistico è stato fondamentale affinché il disegno degli esterni fosse coerente con la struttura della casa. Si giunge all’ingresso della residenza attraverso una pensilina in acciaio con camminamenti in pietra circondata da aiuole di erbe aromatiche e luci a terra segnapasso. La pergola bioclimatica inserita nella zona del patio invece filtra interno ed esterno della casa e crea fluidità con le ampie vetrate trasparenti. Si accede al piano superiore tramite una scala prefabbricata ed autoportante in legno massiccio di rovere naturale disegnata su misura dall’architetto. Il piano primo è stato progettato dividendo la casa in due aree ben distinte, la zona padronale dotata di camera da letto, cabina armadio, zona benessere con sauna e hammam, vasca libera e doccia con cromoterapia e la zona notte dei figli. Da tutte le stanze si accede ad una grande terrazza dalla copertura a lama, tagliata a diamante, terrazza che, grazie al suo affaccio verso sud, protegge la facciata vetrata dalle perdite di energia.
La copertura piana ventilata è caratterizzata da un isolamento in fibra di legno di 22 cm di spessore e grazie ad adeguati sistemi di tenuta all’aria (air stop e nastri auto espandenti) viene garantita l’ermeticità della struttura, mentre il taglio termico delle grandi vetrate è assicurato da elementi orizzontali in legno sui quali si posa il falso telaio del serramento. Per evitare il surriscaldamento estivo, i cassonetti a taglio termico ospitano i frangisole automatizzati che garantiscono un ottimo sistema di oscuramento e proteggono la casa dalle calure estive.
Sono stati usati vetri basso emissivi con Uw = 0.08 W/m2K con tenuta all’aria e installazione perimetrale di nastri autoespandenti ed air stop. A verifica del grado di ermeticità dell’involucro, è stato sostenuto un BlowerDoor Test che ha avuto un ottimo risultato. L’impianto illuminotecnico è stato studiato su misura con tagli di luce, gole e spot con temperature di colore molto calde a 2700 K, un impianto di ventilazione meccanica controllata garantisce un perfetto comfort interno.
Per il riscaldamento è stato previsto un impianto a pannelli radianti a pavimento, alimentato da una pompa di calore, mentre il raffrescamento ad aria avviene attraverso ventilazione meccanica controllata e recupero di calore. Il ricambio dell’aria ad intervalli regolari, oltre a migliorare il comfort interno, smaltisce eventuale umidità in eccesso ed è quindi una garanzia per l’integrità della materia costruttiva.
Testo e fotografie: courtesy Michele Perlini Architetto
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