Il nuovo edificio di Gruppo Cap è un monolite rivestito da pannelli di pietra lavica del 1600 disposti in modo creativo per generare microfessure che illuminano gli spazi e contengono i costi energetici. Una sorta di arca della sostenibilità, dove il tema dell’acqua racconta la natura dell’azienda e viene utilizzata per sostenere l’edificio. L’azienda pubblica che si occupa del servizio idrico integrato della Città metropolitana di Milano ha infatti pensato di usare il suo core business in chiave sostenibile per riscaldare e raffreddare l’edificio. La temperatura dell’acqua di falda di Milano, la parte non potabile, è utilizzata per pre riscaldare e raffrescare l’aria proveniente dall’esterno, evitando l’uso di combustibili fossili e promuovendo, unitamente al fotovoltaico in copertura, l’idea di un edificio a quasi zero energia, ovvero quasi completamente autosufficiente. In facciata, le ridotte ma molteplici aperture raccontano l’intricato flusso di tubi che servono a distribuire l’acqua in città; un collegamento più artistico con le opere di Piet Mondrian, ma anche un racconto emblematico della complessità che risiede dietro al lavoro di Gruppo Cap.
E la sostenibilità non è solo ambientale. L’edificio, alto 30 metri e con una superficie interna complessiva di 11520 metri quadrati, ospita uffici, sale riunioni ma anche luoghi dedicati alla comunità. Ai primi piani dell’edificio ci sono sale conferenze, una caffetteria e pure un asilo nido aperto ai dipendenti del centro e anche alla comunità che ruota attorno all’edificio.
Di fronte all’edificio, una grande piazza d’acqua crea un centro di aggregazione ad uso del vicinato, connettendo il tessuto urbano parzialmente interrotto da un edificio decisamente presente e voluminoso.
Con questa nuova sede Gruppo Cap recupera le redini di un passato molto importante proiettando il lavoro dell’azienda nel futuro, sia dal punto di vista idrico, sia dal punto di vista dell’economia circolare.
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