Il Parlamento europeo ha adottato la direttiva sull’efficienza energetica degli edifici (Epbd), con l’obiettivo di ridurre progressivamente le emissioni di gas serra e i consumi energetici nel settore edilizio entro il 2030 e arrivare alla “neutralità climatica” entro il 2050. Questa direttiva rappresenta una sfida significativa per tutti i Paesi dell’Unione Europea, compresa l’Italia, che dovrà ammodernare il proprio parco immobiliare, affrontando i relativi costi. Il via libera dagli Stati membri Ue alla nuova direttiva sulle case green è arrivato ad aprile, quando i ministri europei al Consiglio Ue Ecofin hanno confermato l’accordo raggiunto con l’Eurocamera a dicembre sulle nuove norme per rendere il parco immobiliare dell’Ue a emissioni zero.

Il ministro dell’Economia italiano, Giancarlo Giorgetti, ha espresso preoccupazioni riguardo ai costi associati alla direttiva, sottolineando che, sebbene l’iniziativa sia ambiziosa e lodevole, il problema centrale rimane “chi paga”. Giorgetti ha fatto riferimento alle esperienze italiane con il superbonus, indicando che solo pochi fortunati hanno beneficiato delle agevolazioni finanziate dallo Stato, suggerendo che questo potrebbe essere un monito per future iniziative simili.

I Paesi Ue dovranno anche garantire l’installazione progressiva di impianti solari negli edifici pubblici e non residenziali, in funzione delle loro dimensioni, e in tutti i nuovi edifici residenziali entro il 2030, questo solo se tecnicamente fattibile. Come tutti i Paesi membri, anche l’Italia dovrà presentare il proprio piano nazionale per soddisfare le richieste dell’Ue. I lavori per ridurre i consumi e rendere più efficienti i vecchi edifici saranno simili a quelli previsti dal superbonus. Questo piano potrebbe includere la sostituzione delle finestre e delle porte con modelli energeticamente più efficienti, la realizzazione del cappotto termico, la sostituzione delle vecchie caldaie con nuove caldaie a condensazione o pompe di calore.

L’obiettivo finale dell’Ue è avere un patrimonio immobiliare a zero emissioni entro il 2050. Già a partire dal 2028, tutti i nuovi edifici occupati o di proprietà delle autorità pubbliche dovranno essere a emissioni zero, e lo stesso varrà per tutti i nuovi edifici residenziali dal 2030. La nuova normativa non si applica agli edifici agricoli e agli edifici storici. I Paesi membri possono anche decidere di escludere gli edifici protetti per il particolare valore architettonico o storico, gli edifici temporanei, le chiese e i luoghi di culto.