Il disegno di legge, denominato *Salva Milano*, approvato dalla Camera dei deputati il 21 novembre 2024 con il voto favorevole di 172 deputati e il voto contrario di 41, si prefigge l’obiettivo di favorire la ripresa di oltre 150 cantieri precedentemente sospesi dalla Procura della Repubblica di Milano per presunti abusi edilizi. Il provvedimento, di natura transitoria, semplifica le modalità di realizzazione degli interventi urbanistici, consentendo la demolizione e la ricostruzione di edifici in ambiti già urbanizzati, tramite la presentazione di una Segnalazione Certificata di Inizio Attività (SCIA), senza l’obbligo di redigere piani attuativi comunali.
Il *Salva Milano*, qualora ottenga l’approvazione del Senato, resterà in vigore fino al riordino complessivo della disciplina edilizia, che dovrà essere completato entro sei mesi dalla sua entrata in vigore, in seguito a un accordo tra Stato e Comune in sede di Conferenza Unificata. Fino a tale data, il provvedimento garantirà la conformità urbanistica ed edilizia per gli interventi che rispettano le condizioni stabilite, ovvero quelli che prevedono la sostituzione di edifici esistenti in contesti urbanizzati.
Il disegno di legge stabilisce che, negli ambiti già edificati e urbanizzati, non sarà necessaria l’approvazione preventiva di un piano particolareggiato o di lottizzazione convenzionata per i seguenti interventi: la costruzione di nuovi edifici su singoli lotti e la demolizione e ricostruzione di edifici esistenti, anche con volumi e altezze superiori rispetto a quelli originari. Ciò implica che gli interventi di demolizione e ricostruzione possano essere eseguiti senza la necessità di un piano attuativo, a condizione che vengano rispettate le procedure previste dalla normativa regionale e dai piani urbanistici comunali, incluse le limitazioni volumetriche.
Il disegno di legge definisce come ristrutturazione edilizia, ai fini dell’applicazione della normativa, anche le demolizioni e ricostruzioni che comportano la realizzazione di edifici con caratteristiche planivolumetriche, funzionali, tipologiche e di sagoma diverse da quelle originarie, sempreché vengano rispettate le procedure abilitative previste e vengano rispettati i vincoli volumetrici stabiliti dalla legislazione regionale o dagli strumenti urbanistici comunali. Tale definizione estende la nozione di ristrutturazione edilizia includendo interventi che comportano modifiche sostanziali rispetto all’edificio preesistente.
Sono esentati dall’applicazione del disegno di legge gli interventi per i quali sia già stata disposta la demolizione o la riduzione in pristino, nonché gli immobili sottoposti a vincoli di interesse storico e culturale.
Il *Salva Milano* si configura come una soluzione temporanea a un problema di stagnazione normativa, ma mette in evidenza la necessità di una riforma più ampia e organica della legislazione urbanistica nazionale, risalente al 1942. Sebbene il provvedimento apra nuove opportunità per l’edilizia milanese, il dibattito pubblico e politico riguardante la sua adozione evidenzia le tensioni tra lo sviluppo urbano e la necessità di tutelare l’ambiente.
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