Scatta giovedì l’ordinanza firmata dal Presidente della Regione Attilio Fontana, che prevede lo stop di tutte le attività dalle 23 alle 5 del mattino. La notizia arriva a seguito dell’incremento di persone positive al Covid in città e nell’hinterland Milanese. L’ipotesi di coprifuoco su tutto il territorio lombardo vede attività e spostamenti da evitare ad esclusione di casi ritenuti “eccezionali”, qui inclusi motivi di salute, di lavoro o di comprovata necessità.
Come è avvenuto durante il periodo di lockdown, che ci ha tenuto tutti in casa da marzo all’inizio di maggio, il coprifuoco non toccherà alcune categorie definite particolari, che al contrario di tutti gli altri potranno muoversi in orario notturno. Fanno parte di questa categoria i lavoratori notturni o i cosiddetti turnisti, ovvero coloro che iniziano o finiscono i turni in quella fascia oraria, oppure chi si deve recare a lavorare in ospedale.
Non è ancora chiaro, ad oggi, come si potrà giustificare l’eventuale spostamento in orario notturno. Si presume che la Regione o il Viminale mettano a disposizione moduli di autocertificazione così come già avvenuto durante lo scorso lockdown. La Regione dovrà anche stilare una serie di “motivazioni eccezionali” che potrebbero fornire un esempio di cosa è considerato motivo eccezionale e cosa non lo è. I controlli saranno però capillari, sia in città sia fuori città, per assicurarsi che il coprifuoco sia effettivamente rispettato dalla comunità.
Una categoria già colpita dallo scorso Dpcm è quella della ristorazione, con bar e ristoranti già limitati nel servizio al banco o in piedi dalle 18. Da domani i ristoratori Lombardi dovranno assicurarsi una turnazione dei clienti che faccia in modo di poter offrire il servizio senza incorrere in multe per i malcapitati. Se si volesse fare un esempio, prenotare una cena alle 21.30 sarebbe al quanto rischioso per il cliente, che dovrebbe consumare in tempo -e senza ritardi da parte della cucina- per poter rientrare al domicilio entro le 23.00.
Un’altra categoria che risentirà di questa ennesima chiusura riguarda i centri commerciali e le catene di abbigliamento, calzature, bricolage, casalinghi e comunque tutte quelle che non considerino i beni alimentari. Tutti i medi e grandi centri commerciali manterranno le serrande abbassate il prossimo weekend.
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