Con il recente Decreto Salva Casa, cambiare la destinazione d’uso di un’unità immobiliare è ora più semplice e accessibile. Pubblicato in Gazzetta Ufficiale, il decreto introduce importanti aggiornamenti per chi desidera adattare il proprio immobile a nuove esigenze, come ad esempio trasformarlo da commerciale a residenziale, o viceversa. Queste modifiche aprono opportunità significative, rispondendo alle crescenti richieste di flessibilità e al bisogno di un patrimonio immobiliare che rispecchi le evoluzioni socioeconomiche. Uno dei principi chiave è l’“indifferenza funzionale” tra destinazioni omogenee, concetto introdotto con il Decreto Legge n. 69 del 29 maggio 2024, che stabilisce l’equivalenza funzionale tra destinazioni simili senza necessità di interventi strutturali.

Il decreto chiarisce che una “unità immobiliare” è una porzione minima di immobile, identificabile catastalmente e dotata di autonomia reddituale e funzionale. Questa definizione è essenziale per comprendere i parametri della modifica d’uso. Le modifiche apportate al DPR n. 380/2001 (Testo Unico Edilizia) stabiliscono che ora è possibile cambiare la destinazione d’uso di un’unità immobiliare senza opere, purché nel rispetto delle normative vigenti. I Comuni potranno stabilire alcune condizioni specifiche nei casi in cui il cambio avvenga all’interno della stessa categoria funzionale, come già previsto dall’articolo 23-ter del Testo Unico Edilizia, oppure tra categorie funzionali diverse. Quest’ultimo caso riguarda la possibilità di trasformare un immobile da residenziale a turistico-ricettivo, produttivo, direzionale o commerciale, sempre con l’esclusione dei ruderi. In ogni caso, il cambio dovrà essere in linea con la modalità di utilizzo prevalente delle altre unità immobiliari nel complesso.