Metanopoli è il nome della città-giardino costruita negli anni ’50 dalla società petrolifera Eni per ospitare i suoi dipendenti e le loro famiglie. Situata nel comune di San Donato Milanese, a sud-est di Milano, Metanopoli è un esempio di architettura moderna e razionale, integrata con il verde e i servizi. La città conta circa 10 mila abitanti e ospita ancora la sede centrale dell’Eni, oltre a scuole, chiese, centri sportivi e culturali.
La situazione attuale di Metanopoli è però segnata da una serie di problemi e sfide, legati alla crisi economica, alla transizione energetica e alla pandemia. Il settore petrolifero, infatti, sta attraversando una fase di trasformazione verso fonti più pulite e rinnovabili, che richiede investimenti e innovazione. L’Eni ha annunciato un piano strategico per il 2022-2025 che prevede una riduzione delle emissioni di gas serra del 25% entro il 2030 e del 65% entro il 2050, oltre a una maggiore diversificazione delle attività in ambito rinnovabile, biocarburanti, idrogeno e cattura della CO2.
La pandemia di Covid-19 ha poi aggravato la situazione sociale ed economica di Metanopoli, come del resto di tutto il Paese. Il lockdown ha imposto lo smart working per molti dipendenti dell’Eni e delle altre aziende presenti nella città, riducendo la vivacità e l’interazione tra le persone. La chiusura delle scuole e dei luoghi di aggregazione ha limitato le opportunità di formazione e svago per i giovani e le famiglie. Il rischio sanitario ha poi reso più difficile l’accesso ai servizi essenziali, come la sanità e il trasporto pubblico.
Nonostante le difficoltà, Metanopoli cerca di reagire e di guardare al futuro con ottimismo e responsabilità. Alcune iniziative sono state avviate per sostenere la ripresa e la resilienza della città, come la campagna di vaccinazione anti-Covid, la riqualificazione degli spazi pubblici e privati, la promozione della mobilità sostenibile e della cultura. Metanopoli vuole diventare un laboratorio di innovazione e sostenibilità, in linea con gli obiettivi dell’Agenda 2030 delle Nazioni Unite, per contribuire al benessere dei suoi abitanti e al progresso del Paese. Ma Eni, che cosa ne vuol fare?
Scrivi un commento